TV ibrida, OTT, web TV: l’integrazione tra broadcast e broadband

La Conference che HD Forum Italia ha organizzato nel 2013 aveva un doppio tema: “Da zero a 4K: dieci, cento, mille schermi”. In questo titolo sono state condensate le due principali direttrici dell’evoluzione futura della televisione, da un lato la qualità dell’immagine, dall’altro la proliferazione degli schermi. La quantità è dunque un fattore prevalente della televisione del 21esimo secolo. La pervasività e la disponibilità, anche in modalità mobile, rappresentano una rivoluzione di portata storica. Ciò è accaduto essenzialmente perché il potenziamento dei collegamenti a  banda larga e il rilascio di codec di compressione sempre più performanti, come l’MPEG4, hanno permesso la distribuzione di contenuti audiovideo attraverso nuove piattaforme con l’efficienza e la qualità del broadcasting.

La combinazione tra broadcast e broadband ha quindi prodotto una serie di alternative alla TV lineare, quella tradizionale, per la fruizione dei programmi, polverizzando il panorama dell’offerta e portando alla ribalta nuovi aggregatori ed editori di contenuti audiovisivi. Questa nuova televisione è definita OTT, Over The Top Television, e si riferisce alla distribuzione di contenuti audiovisivi in modalità IP su infrastrutture di rete aperte. Il caso più diffuso di OTT è la web TV, servizio di televisione attraverso internet basato sullo streaming. La web TV si distingue dall’IPTV perché è realizzata con una comunicazione best effort, mentre l’IPTV garantisce la qualità di servizio attraverso meccanismi tipici di priorità.

Il fenomeno dell’integrazione tra broadcast e broadband ha portato alla produzione di set top box (decoder) specifici e di televisori “smart” che consentono di vedere sia la televisione lineare sia i contenuti distribuiti via web.