Passaggio al digitale terrestre di seconda generazione: a che punto siamo e quali tappe nel futuro?

“Il passaggio al nuovo digitale terrestre è un’opportunità, anche se, nel 2013, a valle della transizione da analogico a digitale, i broadcaster si sono visti decurtare di un quarto lo spettro di frequenze a loro disposizione con il rilascio della Banda 800MHz. Entro il 2022, un altro quarto, la Banda 700MHz, si potrà considerare perso ed entro il 2030 probabilmente si dovrà dire addio anche ad un terzo quarto”.
A parlare è il Vice Presidente di HD Forum Italia, Marco Pellegrinato, intervenuto in una recente intervista sul tema passaggio al digitale terrestre di seconda generazione, cambiamento epocale in termini di tecnica di trasmissione e di codifica del segnale televisivo.
Per ciò che concerne la trasmissione, nel giugno 2022 si passerà da DVB-T a DVB-T2: questo porterà il massimo bitrate conseguibile su un singolo multiplex dai 24 Mbps attuali ai 34/36 Mbps. Per quanto riguarda invece la codifica di compressione, già dal prossimo settembre 2021 si abbandonerà lo standard MPEG-2 in favore di H.264/AVC (Advanced Video Coding), adozione resa obbligatoria dal Decreto del MISE del 19 giugno 2019 di roadmap, consentendo da subito alcuni benefici. In seguito, grazie alla continua penetrazione di nuovi TV compatibili, si affiancherà il nuovo standard di codifica H.265/HEVC (High Efficiency Video Coding), introdotto in Italia nel 2018 e tra i più avanzati sul mercato, consentendo ulteriori ottimizzazioni di efficienza e di qualità. Con l’adozione da parte dei broadcaster del combinato delle due tecniche, DVB-T2 e HEVC, sarà possibile compensare la rinuncia forzosa alla banda 700MHz, preservando non solo tutta l’offerta televisiva attuale ma anche evolvendo in HD e UHD la qualità di programmi oggi erogabili solo in SD.